DICHIARAZIONE DELL’UNIONE COMUNISTA INTERNAZIONALE SUGLI “AVVENIMENTI IN USA E LE LORO CONSEGUENZE”

I mass-media nazionali e internazionali sono pieni di isterismi “antiterroristici” in relazione agli attacchi terroristici dell’11 settembre negli USA. I politici e i giornalisti chiedono un indurimento delle politiche statali di controllo e in singoli stati ci sono gia delle ricadute anche sul piano legislativo. Cosi negli USA gia adesso si discute della possibilita di restringere gli spazi e di spiare Internet. I politici e i giornalisti chiedono un aumento delle spese militari e di altre strutture legate all’utilizzo della forza per accrescere la potenza militare statale bei confronti dei “terroristi”. Ogni Stato quanto lo riguarda: gli USA in Afganistan o in Iraq, Israele in Palestina, la Russia in Cecenia.

Non e la prima volta che le potenze mondiali, sulla cui coscienza ricade una tale massa di morti (e che non si puo far ricadere in nessun modo solo su Bin Landen) tentano di punire, per quelle tragedie e per quel terrore, proprio quei popoli che sono stati e che sono tuttora, le vittime del capitale occidentale. Cosa dunque sta avvenendo? Che cosa sta realmente dietro l’isteria anti-islamica delle societa “civilizzate”?

Dal punto di vista economico gli atti terroristici negli USA dell’11 settembre hanno dimostrato che il mondo e entrato in una fase in cui si e conclusa l’epoca della spartizione pacifica del mercato degli investimenti. La bolla della societa “post-industriale” e scoppiata, facendo sprizzare dappertutto sangue e marciume.

Per sostenere il dollaro, la Fed Reserve ha immesso 108 miliardi di dollari in due giorni (12 e 13 settembre). E negli stessi giorni ha richiesto un sostegno ulteriore alla Banca Centrale Europea di 100 miliardi di dollari. Dopo di cio tra la Banca Centrale USA e quella europea e stato concluso un accordo secondo il quale quest’ultima ha preparato ancora 50 miliardi di dollari di aiuti.

Durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale gli USA e la GB furono alleati ma la prima divenne la prima potenza imperialistica mondiale mentre la seconda perse l’impero.

Ora gli USA sono costretti a chiedere soldi alla banca Centrale Europea per sostenere il dollaro e in questo quadro si puo parlare di cambio dei rapporti tra gruppi finanziari europei ed americani.

Cogliamo in cio una lotta segreta tra queste potenze. L’Euro si getta nella sfida economica con il dollaro. Per ora, tra questi due alleati le divergenze sono di poco conto. Si veda il rifiuto da parte degli USA di firmare il trattato di Kyoto, il rifiuto degli USA di abolire la pena di morte, fino a questioni piu serie che riguardano i progetti antimissile che gli USA stanno progettando.

Indebolire le piu forti potenze imperialistiche puo essere vantaggioso, soprattutto quando sono concorrenti; e per questo gli USA preparano la loro “azione vendicativa” senza chiedere la partecipazione obbligatoria della NATO. In una situazione in cui, non molto tempo fa, la NATO ha iniziato una operazione in Macedonia “senza la partecipazione obbligata” degli USA.

Se la Guerra Balcanica porto a una caduta dell’euro rispetto al dollaro, ora la situazione si inverte. E allo stesso modo, gli avvenimenti dell’11 settembre hanno dato il via libera al complesso militar-industriale americano e al suo governo realizzare i propri piani strategico-militari.

Dal punto di vista politico vediamo l’unificazione di tutti i piu importanti paesi imperialistici contro il terrorismo., il quale a sua volta e cresciuto, grazie anche all’incapacita di competere da parte delle borghesie musulmane. In questo quadro anche la Russia tenta di fare il proprio gioco. Ma questa unita non sara infinita. Molto presto diverra chiaro che ogni paese ha “i suoi terroristi” e i “suoi stati-canaglia”. La politica degli USA che pretende che ogni paese dichiari apertamente il suo schieramento (o con gli americani o con i terroristi) presto si scontrera con le contraddizioni economiche e egli interessi economici concorrenziali dell’Europa, della Russia, del Giappone, della Cina, e infine dei paesi orientali.

In questo scontro tra i imperialisti e “terroristi” si contrappongono due capitalismi.

Il capitale imperialista usa cio che e successo per mostrare i propri “muscoli” e per intervenire in varie regioni del mondo. Inoltre fa ogni sforzo possibile per unire tutta la popolazione dei propri paesi intorno al governo, e cioe alla borghesia, con potenti iniezioni di isteria anti-islamica.

Per questo la classe operaia deve accantonare la lotta per i propri interessi proprio nel momento in cui accrescendosi i problemi per il sistema capitalistico si deve attaccare il suo livello di vita e le sue conquiste sociali.

Il capitale musulmano utilizza per i suoi fini la disperazione delle masse cercando di far passare l’idea che il capitalismo per sua natura tenda a dividere i paesi in paesi “poveri” e “ricchi”.

Ma l’odio dei popoli orientali per l’occidente e in primo luogo per l’imperialismo USA ha realmente delle basi oggettive.

Decenni (e in alcuni casi secoli) di dominio coloniale e neocoloniale, di rapina e sfruttamento, che non sono mai cessati e proseguono ancora oggi, creano le condizioni perche milioni di persone siano pronte a dare la loro vita nella lotta contro i soggiogatori stranieri.

Tutto cio ha condotto al fatto che parte degli abitanti di questi paesi sono diventati degli strumenti nelle mani delle proprie borghesie. Tra le masse lavoratrici dei paesi “poveri” si e diffuso un pessimismo per molti versi legato al mito del “crollo del comunismo” e per questo si cerca la panacea alla propria poverta nelle piu diverse forme di nazionalismo, ecc. Per questo il compito dei comunisti e di fare a pezzi questo mito e cio inevitabilmente esige la distruzione del mito del carattere socialista degli ex cosiddetti paesi socialisti.

E’ in questo quadro che quindi dichiariamo che :

Gli atti terroristici a Washington e New York, chiunque ne sia l’autore, bin Laden o i servizi speciali americani, sono serviti ad accelerare il corso della ripresa di una spartizione del mondo per mezzo dell’uso forza. I comunisti rivoluzionari di tutto il mondo devono smascherare che queste contraddizioni sono le reali motivazioni che stanno alla base della montante isteria guerrafondaia. Essi devono contrastare ogni tentativo dell’imperialismo, e in primo luogo di quello di casa propria, di sottomettere altri popoli, in Cecenia come in Irak, in Afganistan come in Palestina, come i del resto devono combattere i tentativi di dare un nuovo colpo ai diritti democratici e alle liberta all’interno dei propri stati.

Nostro compito ineludibile pensiamo sia quello di instaurare l’unita internazionale dei lavoratori di tutto il mondo. Per questo i comunisti rivoluzionari di tutto il mondo aspirano che le masse lavoratrici siano influenzate del capitale locale, qualunque siano le parole d’ordine con le quali si tenta unificarle intorno a se: “la lotta contro gli infedeli”, la liberazione nazionale o la lotta al terrorismo.

Proletari di tutti i paesi, unitevi!

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